Storia dell’olivo
Cenni storici
- Le origini della coltivazione dell’olivo sono state ritrovate in Medio Oriente, e in seguito sviluppata in tutto il bacino del Mediterraneo.
In Siria e Palestina, sono stati rinvenuti frantoi risalenti al 5000 a.C.
Nello stesso periodo, “età Neolitica” sono stati rinvenuti reperti nelle zone di Torre a Mare e Fasano a sud di Bari attestanti come già in quel periodo le olive facevano parte dell’ alimentazione umana.
La coltivazione dell’olivo e la produzione di olio creava benessere sociale economico e politico. La popolazione dei Filistei ha lasciato importanti resti sui modi con cui riducevano in pasta le olive, utilizzando mortai in pietra, e la premitura della pasta per estrarre l’olio utilizzando dei dischi filtranti fatti con rami di olivo intrecciati, somiglianti agli odierni fiscoli.
Nelle culture religiose ed in quella ebraica in particolare l’olivo e l’olio erano utilizzati come simbolo di pace come per esempio la colomba che portò a Noè il ramoscello d’olivo o veniva utilizzato per santificare e consacrare i sacerdoti e le cerimonie.
Le zone costiere del bacino del Mediterraneo subirono un grosso sviluppo economico e commerciale grazie alla possibilità di coltivare olivo e vite, e alle grandi richieste che giungevano da Mesopotamia ed Egitto. Grazie al popolo fenicio l’olivo giunse in molti paesi che si affacciavano sul mediterraneo.
Durante il periodo dell’impero romano la produzione e la coltivazione dell’olivo ebbe un grande sviluppo, subii grandi perfezionamenti nelle pratiche colturali, e lo scambio e la vendita di olio avveniva in una specie di borsa valori detta “arca olearia”. Questo fa capire come già in quell’epoca l’olio era considerato “oro verde”. Il trasporto dell’olio avveniva in otri di pelle o anfore di terracotta, per via mare o terra come documentano ritrovamenti fatti in tutto il Mediterraneo.
Con la caduta dell’ Impero Romano e l’arrivo delle popolazioni barbariche, l’agricoltura e l’ olivicoltura in particolare subì gravi danni e quasi scomparve dando posto a boschi e terre incolte.
Nel Medioevo l’olio d’oliva divenne raro e prezioso, ma grazie ai monasteri e conventi l’olivo ricomincia ad essere coltivato in grandi estensioni. Anche la commercializzazione riprende quota.
Alla fine dell’ medioevo l’olivicoltura raggiunge nuovamente alti livelli di produzione. Navi cariche di olio partivano dalle zone di coltivazione, (centro-sud) dell’Italia e dai Paesi del Mediterraneo, e raggiungevano anche il Nord Europa.
Tra il XVI e XVII secolo, durante il dominio spagnolo, nell’Italia meridionale un vice re spagnolo fece ampliare la rete viaria per collegare Napoli alla Puglia e alla Calabria per agevolare il trasporto dell’olio.
Fino alla fine del XVII secolo da molte zone pugliesi partivano carichi di olio lampante per le industrie saponiere. Tutto ciò a dimostrazione che la Puglia era ed è una grande produttrice di olio d’oliva .
Ai giorni nostri l’olivicoltura italiana ha subito grandi evoluzione sia qualitativi che quantitativi.
Sono cambiati i sistemi d’impianto e forme di coltivazione.
Sono stati sostituiti impianti poco produttivi con varietà più floride, con tecniche d’ innesto e con la integrazione di piante più idonee al fabbisogno del mercato.
Anche la raccolta e la spremitura hanno subito l’innovazione meccanica. L’epoca di raccolta inizia ai primi di novembre e si protrae fino a fine gennaio, inizi di febbraio.
Oggi l’olivo è diffuso in tutto il bacino del Mediterraneo e in gran parte delle regioni italiane.
Nel mondo le piante d’ olivo coltivate sono circa 800 milioni ma di queste il 90% si coltivano nel bacino del Mediterraneo, l’Italia e la Puglia in particolare è protagonista incondizionata con il suo 60% della superficie nazionale coltivata.
L’olio d’oliva italiano è stato protagonista di una crescita qualitativa non indifferente alle richieste e necessità del consumatore.
Assieme all’olio si è diffusa nel mondo civile una educazione alimentare riscoperta dalla scienza moderna e denominata, dieta Mediterranea.
Cenni botanici
La pianta
L’olivo è una pianta longeva e secolare dal tronco contorto, ha una base allargata detta ceppaia, con dei rigonfiamenti semi sferici, da dove ogni anno emette nuovi germogli detti polloni.
Le foglie sono di forma lanceolata, di colore verde sulla pagina superiore e grigio nella pagina inferiore,di dimensioni che vanno tra i 4 e gli 8 cm. L’olivo il cui nome botanico è olea europea, raggiunge l’altezza di 10 15 Mt.
Le radici, sono lunghe e superficiali.
Il fiore dell’olivo è ermafrodite, ”cioè sesso maschile e femminile all’interno dello stesso fiore. E’ molto piccolo raggruppato in infiorescenze, di colore bianco-giallino detta mignola.
La fiorituraavviene tra aprile e giugno.
L’allegagione,cioè la trasformazione del fiore fecondato in frutto, non supera il 10% dei fiori che una pianta porta. I frutti, sono di piccole dimensioni e di colorazione diversa che va dal verde al nero violaceo. In passato l’ olivo era soggetto all’alternanza di produzione, “un anno di carica e uno di scarica”, ma oggi con le nuove tecniche di coltivazione questo fenomeno è stato quasi azzerato.
La raccolta, avviene alla fine di ottobre, e si protrae fino a tutto gennaio e inizio di febbraio. La raccolta viene effettuata meccanicamente, con brucatori ad aria compressa, o scuotitori con motore a scoppio portato a spalla, e le reti a maglia stretta in nylon poggiate a terra sotto la chioma e attorno al ceppo dell’albero dell’olivo. Per grandi estensioni si usano scuotitori idraulici azionati da trattori, munito di un grande telo che si apre ad ombrello capovolto, in cui vanno a finire le olive che cadono dall’ albero. Poi c’è la raccolta manuale o tradizionale effettuata con la brucatura manuale delle olive con l’utilizzo di pettini di plastica. Questa pratica non è più esercitata a causa dell’ elevato costo della mano d’opera, o viene effettuata da piccoli produttori di olio destinato al consumo familiare. La raccolta per cascola spontanea si esegue utilizzando scope o aspiraolive, su terreni precedentemente pressati e diserbati. Dopo la raccolta le olive vengono conferite ai frantoi, dove verranno molite nel più breve tempo possibile, max. 2 giorni, a solitamente in giornata o il giorno dopo. Esistono centinaia di cultivar di olive, da olio, da mensa, o doppia attitudine, e a differenza dell’ ambiente in cui vengono coltivate varia la produttività. In Puglia e nel nord barese in particolare si coltivano le varietà, coratina e ogliarola o cima di Bitonto, e molte altre varietà autoctone.
Le pratiche colturali che si eseguono sull’olivo sono poche tra cui la spollonatura, (asportazione manuale con l’accetta dei polloni) che avviene in agosto settembre, raccolta, potatura, concimazione, con concimi minerali, macro e micro elementi, come azoto, fosforo, potassio, ferro,boro, ecc. o organici con letame maturo, aratura, per rivoltare il terreno e l’erbacce e interramento dei concimi. Tutte queste attività sono concentrate nel periodo autunno-primaverili.
Dati dell’olivo
Olivo: Dicotiledone, famiglia Oleacee, genere Olea, specie Olea Europaea.
Area di crescita: zone temperate, tutto il bacino del mediterraneo, molte regioni italiane, tra cui le più importanti sono: Puglia, Calabria, Sicilia, rispettivamente, che coprono il 90% della produzione nazionale, poi con minore estensione, si coltiva in Campania, Toscana, Umbria, Laghi settentrionali (Lago di Garda).
Produzione di un albero: Varia molto dall’età e dal portamento, però si può attestare in media da, 15 a 40 Kg. di Olive - da 3 a 8 Kg. di Olio (resa del 20% circa).
Olivi nel Mediterraneo: 700 milioni di piante su 9.000.000 ettari.
Produzione mondiale di Olive: 7.900.000 Ton. ( 7.200.000 da Olio - 700.000 da Mensa )
Produzione italiana Olio: 700.000 ton. Pari al 30%circa della produzione europea
Nell’ ultimo decennio si è notato un incremento di vendita di olio d’oliva qualitativamente migliore specie gli oli d’oliva IGP (Indicazione Geografica Protetta) e DOP (Denominazione di Origine Protetta). |